Vizi capitali accidia: si tratta di un peccato, che è descritto all’interno della Diva Commedia di Dante Alighieri, e che è avversione all’operare
Si tratta di uno dei vizi capitali che sono stati definiti e descritti dal noto poeta toscano Dante Alighieri. Il quale, all’interno della sua Divina Commedia, parlando dei peccatori e parlando quindi anche delle condizioni che rendono possibile la discesa nel Purgatorio o nell’Inferno, o l’ascesa al Paradiso, aveva raccontato e descritto i sette vizi capitali che riguardano l’essere umano.
In effetti, i vizi capitali sono sette, e molti di essi al giorno d’oggi rappresentano in maniera molto importante molte persone: uno tra questi vizi si chiama accidia, ed è stato inserito all’interno del termine Saligia, che racchiude tutti i vizi capitali e che li presenta con le loro iniziali per rendere possibile il ricordo automatico di tutti.
Ma cos’è l’accidia? All’interno del testo scritto da Dante, l’accidia corrisponde alla pigrizia, l’indolenza nell’agire e nel prendere posizione. Un vero e proprio peccato, che riguarda ancora oggi molte persone e che è bene contrastare, anche attraverso diverse condizioni e diverse sensazioni, che possono aiutare il peccatore a migliorarsi. L’accidia è, quindi, l’avversione all’operare, collegata ad una sensazione di tedio, noia e insofferenza.