La lavorazione per la verniciatura a spruzzo inizia con il posizionare i manufatti da ricoprire in maniera razionalizzata. In questo modo, l’operatore va a realizzare una sorta di catena di montaggio, che consente di operare in totale semplicità, senza rischiare di inficiare il lavoro da svolgere. A questo punto, gli addetti alla verniciatura predispongono i materiali da utilizzare e settano gli hardware e i software degli impianti preposti.
I pezzi che hanno superato la fase di controllo vengono montati su un nastro trasportatore, il quale agevola le operazioni di spostamento del pezzo, sottoposto a più fasi di lavorazione. Tutti i pezzi vengono controllati preventivamente, in modo da individuare quelli non conformi, che vengono immediatamente scartati. Il primo passaggio consiste nella fosfatazione – altresì detta sgrassaggio alcalino – con sistema di controllo dei parametri. Il manufatto è poi sottoposto a lavaggio tramite acqua demineralizzata, per due volte, per poi passare alla fase di asciugatura in forno.
La verniciatura a polvere, invece, avviene tramite l’utilizzo di due o tre cabine, impiegate alternativamente. L’applicazione delle resine termoindurenti, che di fatto coloreranno il manufatto, avviene grazie all’impiego di erogatori. Le apparecchiature, che solitamente consistono in pistole air-mixed, spruzzano la polvere a particelle cariche elettricamente che, per effetto del campo elettrostatico presente sulla superficie, aderiscono perfettamente al manufatto. Durante le operazioni di verniciatura, una delle cabine è operativa, mentre la seconda filtra e recupera la polvere, da utilizzare per una lavorazione successiva.
Il pezzo verniciato è poi inserito in un forno a campana per la polimerizzazione della polvere, a una temperatura di 180/200°C. Una volta ultimata l’operazione di polimerizzazione, il manufatto è rivestito con una resina termoindurente altamente resistente.