Per chiarire il concetto di allenamento in termini generali, è forse opportuno far riferimento a un’esperienza che occasionalmente tutti hanno fatto: il lavoro manuale. Un lavoro di questo tipo, normalmente, richiede l’impiego del 50 per cento circa della capacità di sforzo di un individuo ed è questo il motivo per cui potrebbe essere svolto per un tempo piuttosto lungo, anche un’intera giornata. Un aumento del ritmo di lavoro, per esempio del 10 per cento, lo rende più faticoso, ma ancora sostenibile per un’intera giornata. Al 70 per cento della capacità di sforzo la fatica è troppo pesante per potersi protrarre a lungo: un’ora, al massimo, e ci si sente sfiniti. All’80 per cento la possibilità di resistenza si riduce ulteriormente (da un minuto a mezz’ora…); al 90 per cento scende sotto il minuto (da trenta a sessanta secondi); al 100 per cento il massimo possibile di resistenza arriva a malapena a toccare i trenta secondi. Presa questa situazione come campione, si può affermare che un buon allenamento non solo abbassa la percentuale della capacità di sforzo richiesta per eseguire un certo lavoro, ma aumenta anche proporzionalmente il tempo di resistenza, a parità di sforzo. Che quindi l’allenamento sia quanto mai opportuno nella pratica sportiva, per tanti aspetti affine a un qualsiasi lavoro manuale, ma diversa nella componente dell’agonismo che le è fondamentale, non è nemmeno da dimostrare.