Nella scorsa notte del 27 dicembre 2020, nel Carcere cittadino di Cuneo, solo la professionalità e la preparazione della Polizia Penitenziaria hanno evitato il degenerare di un tentativo di rivolta messo in atto da 2 detenuti.
La rivolta è stata guidata da uno straniero e un italiano, quest’ultimo già protagonista nello scorso mese di marzo di una rivolta all’interno del carcere di Modena.
I 2 delinquenti hanno completamente distrutto la loro camera di pernottamento, rendendola in pratica inagibile.
Nel porre in atto questa manifestazione di protesta e di danneggiamento, i detenuti hanno poi tentato di coinvolgere anche altri reclusi, invitandoli a copiare i loro comportamenti, senza fortunatamente raccogliere alcuna adesione. Il personale è intervenuto subito in forza, con non pochi rischi per la propria incolumità personale.
Riguardo questa vicenda ha lasciato una dichiarazione Leo Beneduci, Segretario Generale O.S.A.P.P. (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria): “La Polizia Penitenziaria ancora questa volta ha dimostrato eccezionale professionalità e minuziosa attenzione nello svolgimento dei compiti affidati. Quindi ci si augura che chi di dovere riuscirà a riconoscere adeguatamente il merito al personale che è intervenuto.”
Parole dolci per gli uomini che mantengono in riga i carceri, ma anche frecciatina a chi dovrebbe riconoscere un indennizzo maggiore a questa categoria di lavoratori.
Benducci ha poi aggiunto: “Il problema del carcere cittadino di Cuneo è divenuto serio e praticamente incontrollato. Molto probabilmente i detenuti hanno percepito questa grande falla del sistema e hanno di sicuro capito che gli agenti, all’interno di questo istituto, non hanno difese necessarie né tutele in nessuna condizione di emergenza”.
Queste parole, fanno capire quanto sia grave la situazione all’interno del carcere e, soprattutto, fanno aprire gli occhi su quanto sia pericoloso essere agente penitenziario in generale, ma soprattutto a Cuneo.