Si tratta pertanto di una opportunità per poter andare in pensione prima rispetto a quanto avvenga con la normativa in vigore generalmente prevista per le donne, a patto di possedere gli specifici requisiti previsti. In particolare, nel caso di lavoratrici autonome l’età anagrafica richiesta è di 58 anni e 3 mesi.
Sulla “opzione donna” sono stati stanziati 160 milioni per il 2016, 405 nel 2017 e 715 nel 2018. Nel caso in cui dall’attività di monitoraggio delle domande di accesso alla pensione con ricorso a tale regime dovessero scaturire delle economie verrà disposto l’impiego delle risorse non utilizzate per interventi con finalità analoghe, ivi compresa la prosecuzione della medesima sperimentazione.
In altri termini, sulla disponibilità a proseguire o meno con la presenza dell’opzione donna dipenderanno i dati di fruizione della stessa nel triennio previsto della legge di Stabilità. Se vi saranno margini in tal senso, è intuibile che la sperimentazione possa essere prolungata ancora, oltre il termine originariamente previsto.