L’Europa è ancora in crisi, o il peggio è definitivamente superato? A chiedere all’Ocse, sembrerebbe che la risposta sia la seconda. Il segretario Angel Gurria ha infatti recentemente dichiarato come il vecchio Continente sia oramai uscito dalla crisi, ma che comunque bisogna fare ancora molto per poter sostenere la ripresa, in maniera tale che questa possa tramutarsi in forza e solidità.
Secondo l’organizzazione parigina, pertanto, è vero che il peggio è alle spalle, ma non è vero che tutto sia così semplice da gestire come ritiene qualcuno. Anzi, per l’Ocse è necessario che i maggiori sforzi siano profusi proprio ora per poter irrobustire il ritmo di crescita, a cominciare dalle azioni della Banca centrale europea, con l’istituto di Mario Draghi che dovrà continuare nella sua politica monetaria “accomodante”.
Non solo: secondo l’Ocse è anche necessario che le autorità nazionali ed europee raccolgano gli spunti dell’Eurotower e facciano delle scelte collettive e coordinate che possano rilanciare gli investimenti e migliorare il sistema creditizio.
Infine, scrive l’Ocse, in un contesto che risulta essere fortemente contraddistinto da un’inflazione sempre molto debole, da anticipazioni sull’inflazione in ulteriore calo, dallo spettro della deflazione non ancora sparito, e da capacità inutilizzate ancora importanti, non si può che optare per una politica monetaria espansionista.
Quanto alla situazione del credito, l’Ocse ribadisce l’urgenza di completare l’unione bancaria con una garanzia europea dei depositi, affermando inoltre che la creazione di una bad bank, o di strutture di risoluzione utili per poter trattare la questione del credito a rischio, sostenute dallo Stato, possano essere scelte attualmente molto sagge.