Per chiarire il concetto di allenamento in termini generali, è forse opportuno far riferimento a un’esperienza che occasionalmente tutti hanno fatto: il lavoro manuale. Un lavoro di questo tipo, normalmente, richiede l’impiego del 50 per cento circa della capacità di sforzo di un individuo ed è questo il motivo per cui potrebbe essere svolto per un tempo piuttosto lungo, anche un’intera giornata. Un aumento del ritmo di lavoro, per esempio del 10 per cento, lo rende più faticoso, ma ancora sostenibile per un’intera giornata. Al 70 per cento della capacità di sforzo la fatica è troppo pesante per potersi protrarre a lungo: un’ora, al massimo, e ci si sente sfiniti. All’80 per cento la possibilità di resistenza si riduce ulteriormente (da un minuto a mezz’ora…); al 90 per cento scende sotto il minuto (da trenta a sessanta secondi); al 100 per cento il massimo possibile di resistenza arriva a malapena a toccare i trenta secondi. Presa questa situazione come campione, si può affermare che un buon allenamento non solo abbassa la percentuale della capacità di sforzo richiesta per eseguire un certo lavoro, ma aumenta anche proporzionalmente il tempo di resistenza, a parità di sforzo. Che quindi l’allenamento sia quanto mai opportuno nella pratica sportiva, per tanti aspetti affine a un qualsiasi lavoro manuale, ma diversa nella componente dell’agonismo che le è fondamentale, non è nemmeno da dimostrare.
Devono essere invece attentamente valutate, perché un allenamento abbia l’efficacia che si è descritta, la sua intensità, ogni fase dell’allenamento si deve caratterizzare per un lieve sovraccarico dello sforzo rispetto a quello della fase precedente; la sua durata, l’organismo deve essere in grado di sostenere lo sforzo richiesto da un esercizio per un tempo che aumenta progressivamente, fino a superare il tempo necessario per sostenere lo sforzo richiesto dalla prestazione sportiva alla quale ci si allena; la suo. frequenza, l’allenamento deve essere sostenuto in modo che sui vantaggi ottenuti in una certa fase si possa fare sicuro affidamento alla fase successiva. Si precisa così il significato etimologico di allenamento: sottoporre l’organismo ad una serie di esercizi ad lenam, finalizzati cioè a far acquistar lena, fiato, che è come dire “il massimo rendimento con il minimo sforzo”. Il rendimento si precisa in rapporto ad alcuni criteri generali di riferimento che nel linguaggio sportivo vengono definiti con termini ormai acquisiti in una certa accezione: la condizione, quella organica, che deve rispondere nell’atleta a requisiti di equilibrio e benessere fisico generale; la forma, quando ad una buona condizione di sommano fattori positivi meno controllabili, spesso di origine psichica, come la capacità di sfruttare con naturalezza ed efficacia le risorse disponibili in un certo momento, scioltezza nell’azione, sentimento di potenza, capacità di controllo della tensione, ecc.; la classe, attitudini e doti naturali per la pratica di un certo sport; lo stile, sintesi di impronta individuale e abilità specifica acquisita in un tipo particolare di prestazione.