Secondo quanto sta emergendo da una recente osservazione dell’Agenzia Spaziale Europea e della sua missione Rosetta, la vita sulla Terra potrebbe realmente dipendere dallo spazio. La ragione è legata al fatto che all’interno della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenok, raggiunta da Rosetta nel 2014, sarebbero state trovate tracce di glicina e di fosforo, due elementi chiave per la formazione del dna.
Il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Roberto Battiston, ha spiegato alla stampa che quanto sopra è una parziale novità. Era infatti già risaputo che la glicina poteva essersi “assemblata” proprio durante le prime fasi di formazione del sistema solare, tanto che erano state trovate tracce di glicina anche all’interno di alcuni meteoriti e in un campione di polvere di cometa del 2009.
Tuttavia, la nuova scoperta rappresenta un passo in avanti particolarmente ghiotto, poichè è stata osservata “la coda” della cometa senza toccarla, e misurando dunque le emissioni del proprio spettro in misura precisa.
Naturalmente, da quanto sopra a trarre la conclusione che la vita sulla Terra sia dipesa dallo spazio, il passo è molto lungo e molte discussioni sono in essere. Tuttavia, la scoperta – prosegue Battiston, induce gli analisti e i ricercatori a pensare che su tempi e dimensioni propri del nostro Universo, la vita possa essere abbastanza comune. In altri termini, l’ipotesi dei ricercatori è che quanto avvenuto all’interno della Terra, e il fenomeno osservato da Rosetta, possa essersi realizzato anche altrove. Insomma, la Terra non dovrebbe essere “unica” come ritenuto per tanto tempo. Gli alieni sono più vicini?