Anche se da un punto di vista prettamente amministrativo si potrebbe ormai dire che “il dado è tratto”, il progetto ideato per il recupero dell’ex Policlinico tra corso Dante e via Bassignano continua e continuerà per molto tempo comunque ad essere argomento di acceso confronto in città.
Questa volta a far discutere è una petizione promossa da un noto gruppo autonomo di residenti di Cuneo centro (il Comitato di quartiere vi è invece estraneo).
La petizione pone al centro del discorso di nuovo il tema dei costi e dei benefici sociali attesi dopo questo intervento di recupero che era stato presentato in Comune appena un mese fa.
Si andrà a costruire un fabbricato da 3300 mq con destinazione prevalentemente residenziale che andrà ad ospitare 28 alloggi e ben 660 mq di uffici.
Il piano però per ora esiste solo nei rendering architettonici ma ha fatto già storcere il naso a molteplici residenti della zona per più di una ragione.
Innanzitutto i promotori di questa petizione fanno notare come prima cosa che la costruzione “non sembra per niente rientrare nell’ottica di un piano di vero recupero urbanistico né tanto meno può essere classificata come una valorizzazione e ricucitura del’ antico tessuto architettonico del centro storico già esistente”.
Innanzitutto i promotori di questa petizione fanno notare come prima cosa che la costruzione “non sembra per niente rientrare nell’ottica di un piano di vero recupero urbanistico né tanto meno può essere classificata come una valorizzazione e ricucitura del’ antico tessuto architettonico del centro storico già esistente”.
Ma non è solo una questione ‘di stile’ a preoccupare i residenti: tra le varie “carenze ed anomalie strutturali” si segnalano la mancata previsione intenzionale di parcheggi gratuiti in una zona già ‘critica’ da questo punto di vista e di nuovo verde pubblico, nonché la sopraelevazione di quasi 3 piani rispetto agli alloggi dell’adiacente edificio ex Inail che si ritiene “arrecherà di sicuro un danno economico ed esistenziale e costituirà un autentico schiaffo per coloro che vivono e lavorano negli edifici limitrofi, privandoli della luce, dell’aria e deprezzandone irrimediabilmente il valore immobiliare”