I CFD, Contratti per Differenza, si propongono come un’alternativa flessibile per fare trading concentrandosi sui movimenti di prezzo e di strumenti quali azioni, indici, titoli di stato ed altro ancora. A differenza di quanto accade contrariamente, con i CFD non ci garantiamo l’acquisto di un dato strumento e di conseguenza non è necessario pagare i relativi costi necessari per la sua compera: uno strumento che opera nell’ambito dei Contratti per Differenza lo si può vendere e ricomprare in qualunque momento.
Il trading con i CFD avviene solitamente tra investitori privati e società specializzate su questo servizio, ma al di là dell’ambito o dei soggetti che permettono ai Contratti per Differenza di prendere terreno, il meccanismo che ne è alla base è sostanzialmente identico: un contratto di questo genere inizia con una data apertura di trade su uno strumento, il che fa sì che come di conseguenza quello strumento vanti una determinata posizione. Questa posizione viene chiusa solo quando viene effettuato un nuovo trade che si muova nella direzione contraria, ed è proprio questa differenza tra valore di apertura e valore di chiusura che determina l’eventuale profitto o la possibile perdita.
Comprare in rialzo e Vendere in ribasso
Questo ambiente si basa sulla considerazione secondo cui si dovrebbe comprare in un mercato al rialzo e vendere in un mercato al ribasso. Ma facciamo chiarezza su questo punto estremamente importante, o meglio, fondamentale per riuscire ad avere quanto meno le basi necessarie per operare con successo! La prassi vuole che se compriamo un prodotto che prevediamo possa aumentare di valore, questo stesso prodotto potrà poi essere rivenduto ad altri ottenendo un profitto; naturalmente se la previsione si sarà rivelata errata ed il valore dello strumento diminuirà anzichè aumentare, andremmo inevitabilmente incontro ad una perdita. Per lo stesso meccanismo si ritiene opportuno che in un mercato al ribasso occorra agire di vendita: gli investitori convengono che un dato prodotto debba essere venduto qualora si prevede che il suo valore vada diminuendo col passare delle ore, ma anche qui tutto è affidato al caso e la previsione potrà rivelarsi tanto azzeccata quanto errata.
Ma i Contratti per Differenza non si basano solo ed esclusivamente sull’assunto che abbiamo visto poc’anzi, quanto anche sul concetto di leva che molto probabilmente abbiamo già avuto modo di incontrare e conoscere altrove, nonché sul fattore spread che di fatto è il valore a cui occorre fare riferimento ogni qualvolta ci si ritroverà a dover acquistare o vendere un determinato titolo.
Contratti per Differenza: chi li gestisce?
Attualmente il trading dei CFD avviene per mezzo di due diversi modelli. Il primo è il Marketer Maker (MM) nell’ambito del quale il gestore di CFD ne stabilisce il prezzo e si occupa di raccogliere tutti gli ordini in arrivo da parte degli investitori, mentre l’alternativa è rappresentata dal Direct Market Access (DMA) che è nato per colmare le lacune che secondo diversi analisti di settore erano solite affliggere il modello del Market Maker. Con il DMA infatti, il gestore di CFD garantisce una contrattazione col fine ultimo di far combaciare i vari ordini di CFD l’uno con l’altro; il contratto rimane sempre e comunque tessuto tra il gestore della piattaforma e il trader, anche se quest’ultimo non possiede in alcun modo lo strumento che è oggetto del contendere.
Ma la materia è assai più complessa rispetto a quanto abbiamo visto fino ad ora: dei Contratti per Differenza occorre conoscerne a fondo i meccanismi, le basi, le opportunità e le strategie. Per questa ragione sono nati siti web specializzati come quello che segue e che consigliamo di visitare per avere un quadro quanto più completo possibile sulla materia: http://www.blogfinanza.com/cfd